Ricordo come fosse stata ieri la visita al cimitero innevato di Fairbancks, piccola cittadina del centro Alaska, con le sue lapidi rese illegibili dalla neve gelata e in cui non mi è stato possibile addentrarmi, come di mia consuetudine, alla ricerca delle storie meno raccontante. Il cimitero era delineato da una rete metallica che consentiva di osservare agevolmente questo campo santo cattolico in cui l’unica cosa sontuosa era il portale che segnava l’ingresso.
Quella mattina non c’era alcuna persona in giro per il paese, nessuna macchina transitava sulla strada ghiacciata, un silenzio mai udito prima in una zona abitata sucitò in me una forte emozione. Mentre passeggiavo il perimetro del cimitero osservando il suo interno, l’unica cosa che potevo sentire quando ero in movimento, era lo scricchilio/scalpiccio dei miei passi sulla neve ghiacciata. Mi tornò in mente il chiasso, i colori, le persone, la musica, della sera precedente quando ero in un contry pub poco distante.

uno scorcio del country pub prima che si affollasse